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Erano passate circa due ore di navigazione quella mattina di metà Maggio, un generoso Grecale al nostro traverso gonfiava le vele e ci spingeva ad oltre 8 nodi verso la meta. L'abile Arturo era concentrato a tenere la prua sulla rotta, l'equipaggio attento e prodico alle manovre quando il segnale disposto lungo il filo della canna accuratamente armata e settata a dovere dal Comandante lanciò l'allarme.

L'adrenalina saliva, il combattimento aveva inizio, ad ogni metro recuperato rispondevano altri metri di filo perso, il tempo scorreva inesorabile, a far salire la tensione una distrazione del nostro Arturo ci portava fuori rotta. Errore prontamente corretto, riprende il combattimento, nella nostra mente scorrevano indelebili le immagini dell'utima preda che qualche tempo prima con i suoi oltre quaranta chilogrammi, aveva avuto ragione sulla nostra attrezzatura. La stanchezza affiorava ma il Comandante questa volta era sicuro e fiducioso, l'equipaggio lo sostenava rispondendo in maniera impeccabile ai suoi ordini ed ecco pian piano recuperare nel mulinello sufficienti metri di filo da sferrare il colpo finale.
Con grande gioia e soddisfazione un bel tonno rosso pinna gialla veniva accolto e sistemato a bordo. Potevamo finalmente rilassarci e riprendere la navigazione per l'isola di Othoni che, coperta dalle nuvole, si scorgeva all'orizzonte.